Arriva un nuovo contratto per colf e badanti: saranno “assistenti familiari”

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“Assistente familiare”: un nuovo nome per un ruolo importante. Ed è importante il riconoscimento di questo ruolo, di pari passo con la revisione del contratto del lavoro domestico, grazie all'intesa raggiunta tra le associazioni dei datori di lavoro (Fidaldo e Domina) e le organizzazioni sindacali dei lavoratori (Filcams Cgil, Fisascat Cisl, UILTuCS, Federcolf). Le nuove regole, che entreranno in vigore a partire dal 1° ottobre, riguarderanno circa 860 mila persone, italiane e straniere, regolarmente impiegate nel settore.

Il nuovo contratto collettivo nazionale (CCNL) per i lavoratori domestici va a sostituire la normativa precedente – scaduta nel 2016 – e coinvolge più di 860 mila lavoratori (considerati i contratti sommersi i beneficiari salgono a oltre 2 milioni). Questa nuova introduzione, inoltre, resterà in vigore dal 1° ottobre 2021 fino al 31 dicembre 2022. Infatti, uno degli obiettivi di questo nuovo contratto CCNL è combattere il lavoro in nero e contrastare i contratti sommersi (oltre il 53% del settore) che spesso i lavoratori domestici sono costretti ad accettare. 

In secondo luogo, si intendono regolarizzare i trattamenti lavorativi e reddituali di queste categorie di lavoratori divenuti sempre più importanti in una società che sta invecchiando e dove la cura degli anziani potrebbe costituire negli anni a venire un pilastro fondamentale nel mercato del lavoro.

Grazie al nuovo CCNL i lavoratori domestici si chiameranno “assistenti familiari” e verranno inquadrati in quattro categorie suddivise per mansioni, qualifiche e attività svolte. Anche i corrispondenti trattamenti pensionistici attribuiti alle varie lavoratrici e ai vari lavoratori verranno distinti in due classi sulla base di determinate variabili che spaziano dalle attività che occupano l’intera giornata e la quotidianità per la cura della casa, fino alle attività di assistenza e cura delle persone anziane, disabili o dei più piccoli.

Non sono poche le novità introdotte dal CCNL per i lavoratori domestici, che vanno a rimodulare alcuni articoli del contratto individuale di lavoro (da formalizzare, però, con una specifica lettera di assunzione), delle assunzioni a tempo determinato, del periodo di prova previsto per le categorie di lavoratori nonché dei permessi annuali volti alla continua formazione professionale. Vediamo insieme le principali novità.

Aumento delle retribuzioni

A chiarire brevemente quali sono le principali novità introdotte dal nuovo contratto CCNL è stato Filcams CGIL, uno dei sindacati firmatari del nuovo contratto per i collaboratori domestici. Accanto a quest’ultimo, infatti, vi sono anche le firme di Federcolf, Fidaldo (che ingloba anche Nuova Collaborazione, Assindatcolf, Adld e Adlc) e Domina. Un contratto che segna un punto di svolta per il settore, che attendeva una regolamentazione dal 2016, anno in cui è scaduto il precedente contratto nazionale.

La prima importante novità riguarda la retribuzione corrisposta a una particolare categoria di lavoratori: quelli di livello medio B Super. Dal 1° gennaio 2021, infatti, questa categoria di lavoratori potrà beneficiare di una retribuzione mensile maggiorata di 12 euro, con un sistema di indennità che aumenterà – dal 1° ottobre 2020 - da 100 euro a 116 euro. I lavoratori che potranno accedere a questo compenso aggiuntivo sono coloro che si occupano della cura dei bambini al di sotto dei 6 anni di età oppure gli assistenti familiari e i badanti che si occupano della cura di più di una persona non autosufficiente (lavoratori a livello C super o D super). Anche per loro la maggiorazione del compenso si spiega con una maggiore attenzione, precisione e difficoltà per il lavoro che viene richiesto.

Infine, per coloro che attesteranno la certificazione di qualità verrà corrisposto un aumento dello stipendio mensile di ulteriori 10 euro. Questi lavoratori (chiamati assistenti educatori formati) si occupano – nel dettaglio – della cura dei bambini con particolari disabilità, problemi di apprendimento o disturbi dell’attenzione; oppure si occupano della cura di anziani con problemi di salute. La loro formazione professionale gli permette di accedere a un trattamento retributivo più alto

Sparisce la tripartizione colf, badanti e baby-sitter

Un’altra importante novità – come accennato all’inizio – è la cancellazione della precedente tripartizione che distingueva colf, badanti e baby-sitter. Infatti, con il nuovo contratto CCNL tutti i lavoratori domestici assumeranno l‘appellativo di “assistenti familiari” e verranno suddivisi sulla base delle mansioni, delle attività e delle competenze professionali.

Sono quattro, in particolare, le categorie introdotte per la classificazione degli assistenti familiari alle quali corrispondono due diverse tabelle per il calcolo del trattamento pensionistico. Sparisce la tripartizione e viene introdotta la suddivisione tra lavoratori e lavoratrici addetti alla cura della casa (le vecchie “colf”) e coloro che invece si occupano della cura e dell’assistenza di un altro essere umano (le vecchie “badanti”).

Inoltre, viene introdotta anche una nuova figura (come sottolineato da Assindatcolf): l’assistente educatore formato, ovvero quel lavoratore che – per le sue qualifiche professionali e per le sue competenze – è in grado di assistere e accudire persone (anche bambini) con particolari disabilità fisiche o psichiche, con disturbi di apprendimento o con problemi relazionali. Per questa sua competenza, l’assistente educatore formato potrà beneficiare di un corrispettivo retributivo maggiore (un aumento di 10 euro all’anno sulla normale retribuzione).

Vantaggi anche per le famiglie

Non si tratta soltanto di un contratto a beneficio di lavoratori e lavoratrici domestici: i vantaggi del nuovo CCNL riguardano anche le famiglie. Infatti, Assindatcolf ha voluto sottolineare come – con il nuovo contratto collettivo nazionale per i lavoratori domestici – anche per le famiglie in difficoltà e in stato di bisogno risulterà più vantaggioso assumere una badante per le ore notturne o ingaggiare una persona in sostituzione della titolare. Infatti, il nuovo contratto prevede – per coloro che necessitano di assistenza 24 ore su 24 – di integrare il lavoro della titolare con una seconda persona. Dal 1° ottobre 2020, coloro che assumeranno una badante notturna potranno versare i contributi previdenziali sull’orario puramente convenzionale di 8 ore, con una riduzione settimanale di 24 ore. Ulteriori novità riguardano, invece, l’estensione del periodo di prova fino a 30 giorni per tutti i lavoratori conviventi e l’introduzione del congedo per donne vittime di violenza. Da ricordare anche le linee guida fissate per ridurre i rischi presenti nei luoghi di lavoro.

Permessi di formazione

Infine, l’ultima delle tante novità introdotte dal nuovo contratto collettivo nazionale per lavoratori domestici – che arriva con un ritardo di 4 anni sul precedente già scaduto – riguarda i permessi per la formazione dei lavoratori. Per poter beneficiare delle 40 ore annuali di permesso formazione utili al miglioramento delle proprie competenze professionali, però, i lavoratori dovranno soddisfare determinati requisiti. L’ammontare di ore, inoltre, potrebbe aumentare a 64 su base annua per quei lavoratori che sceglieranno di frequentare percorsi formativi riconosciuti dall’Ebincolf, l’ente bilaterale di settore.

I requisiti per poter beneficiare delle ore di permesso di formazione sono il possesso di un contratto a tempo pieno e indeterminato e l’anzianità di almeno 6 mesi presso il medesimo datore di lavoro.

(Fonti: Trend online - Redattore Sociale)

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