Rivoluzione culturale nella scuola: arriva lo sport inclusivo

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«Coniugare i valori del paralimpismo con quelli dell’integrazione scolastica, al fine di svolgere attività sportive sempre più inclusive e partecipate»: è questo il punto maggiormente qualificante contenuto nel paragrafo intitolato Partecipazione degli alunni con disabilità (pagina 15), all’interno del Progetto Tecnico per i Campionati Studenteschi riferiti al corrente anno scolastico 2019-2020, allegato alla Circolare Protocollo n° 5174 del 21 novembre scorso. 

E si tratta decisamente di una novità molto importante, come spiega bene Salvatore Nocera, presidente nazionale del Comitato dei Garanti della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e responsabile per l’Area Normativo-Giuridica dell’Osservatorio sull’Integrazione Scolastica dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down). «La novità – sottolinea infatti Nocera – è costituita dal fatto che negli sport individuali, ad esempio l’atletica leggera, il nuoto e altri, tutti gli alunni con disabilità, ad eccezione di quelli ciechi e con disabilità motoria, parteciperanno nelle batterie insieme ai compagni senza disabilità, superando così le gare separate per soli studenti con disabilità. Quindi, come si legge nell’Allegato del Ministero, “alunni/e e studenti/esse non udenti, ipovedenti e con disabilità intellettive che gareggiano e competono insieme agli altri”. 

L’esclusione degli alunni ciechi e con disabilità motoria è determinata dall’impossibilità di gareggiare in condizioni di uguaglianza con i compagni, ma per tutti gli altri studenti con disabilità, il Ministero, d’intesa con il CIP (Comitato Italiano Paralimpico) e sentite alcune Associazioni, è riuscito a far passare una decisione che conferma concretamente la scelta operata dall’Italia oltre cinquant’anni fa, dell’inclusione generalizzata nelle classi comuni delle scuole di ogni ordine e grado».

«Invero – commenta ancora Nocera – siamo in molti a chiederci perché le Paralimpiadi continuino ad essere dedicate esclusivamente a sportivi con disabilità per qualunque specialità sportiva, quando assai spesso i risultati di tali gare sono superiori a quelli realizzati nelle gare ordinarie da persone senza disabilità. Probabilmente è il frutto di una mentalità ancora diffusa internazionalmente che non ritiene possibile l’inclusione in generale e ancor di più quella sportiva».

«Questa novità – ribadisce poi – è realmente “rivoluzionaria” a livello culturale, poiché rompe il tabù che lo sport sia il tempio della forza e dell’efficienza totale; anche persone con diverse disabilità possono infatti gareggiare in condizione di uguaglianza con coetanei senza disabilità, senza chiedere alcuna agevolazione o beneficio, ma concorrendo alla pari. In tal senso lo sport inclusivo è il passo più avanzato nel lungo e difficile cammino dell’inclusione sociale delle persone con disabilità e riguarderà anche gli sport di squadra come la pallacanestro e il calcio a 5 integrati e successivamente il baskin, il sitting volley e il goalball. Per questo grande cambiamento culturale vanno senz’altro ringraziati Giovanna Boda, che nel Ministero è responsabile della Direzione Generale per lo Studente e Raffaele Ciambrone, capo dell’Ufficio V della medesima Direzione».

(Fonte: Superando.it)

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