Giovanni Paolo ha 21 anni, studia Sport Management all’università e da quando ha scoperto il Powerchair Hockey non riesce a farne a meno. UILDM Milano è da sempre stata in prima linea per la promozione dello sport e dell’inclusione sociale che questo strumento permette di offrire e realizzare.
Giovanni Paolo, per gli amici Gio Paul, fece le sue prime mosse sul campo da hockey nel 2013. Dopo aver partecipato ad una dimostrazione organizzata durante l’iniziativa “Mio Figlio ha una 4 ruote” di Famiglie SMA. In quel periodo la UILDM Milano stava cercando nuovi giocatori per poter dar vita ad una nuova realtà sportiva che si potesse aggiungere a quella storica del Dream Team Milano.
Oggi lo intervistiamo come approfondimento dei video realizzati grazie al contributo di BIOGEN nel progetto SCENDI IN CAMPO CON NOI!
Intervista a cura di Mattia Abbate
Per te fare sport che cosa significa? Che cosa aggiunge alla tua vita? Per me, fare sport significa mettersi in gioco, confrontarsi con le proprie difficoltà che di solito non percepisci.
Dopo qualche stagione da giocatore Giovanni Paolo si cimenta anche nel ruolo di coach.
Quali sono i motivi che ti hanno portato a scegliere di passare dal ruolo di giocatore a quello di allenatore? Il motivo principale per cui ho provato la nuova esperienza da allenatore, è perché non riuscivo più a guidare bene e non volevo lasciare il Powerchair Hockey. In questo modo non potevo mettere a disposizione le mie capacità in campo, però avrei messo a disposizione un supporto tecnico e motivazionale in panchina
Fare l’allenatore è il ruolo più difficile all’interno della squadra sei d’accordo con questa affermazione? Quali sono le maggiori difficoltà? Penso che ogni ruolo abbia le proprie difficoltà e che a loro modo ogni ruolo possa essere più difficile degli altri. Non so se quello dell'allenatore sia quello più difficile, sicuramente ho una grande responsabilità nei confronti della squadra. Devo prendere delle decisioni, belle o brutte che siano, però è un onere che spetta a me e se spesso non è condivisibile, ne prendo atto e vado avanti. Le decisioni che devo prendere, sono ancora più difficili soprattutto se riguardano ex compagni di squadra
Invece quali sono le maggiori soddisfazioni che dà il ruolo di allenatore? Le maggiori soddisfazioni che un allenatore possa avere, sono avere dei giocatori che ti ascoltano volentieri cercando di applicare successivamente le tue indicazioni finché non gli riesce. Oltre al fatto di raggiungere gli obiettivi che si sono posti, dopo tanto impegno, duro lavoro, stando uniti e mettendosi in gioco ad ogni allenamento e a ogni partita
Le esperienze che hai fatto all’estero quali sono state quelle più belle e significative? Il torneo di Powerchair Hockey più bello all'estero al quale ho partecipato come giocatore, è stato qualche anno fa in Belgio, è stato un torneo che ci ha dato modo di capire quali erano le nostre potenzialità. Ci siamo messi in gioco con squadre di altissimo livello ed è stato bello perché era il primo torneo di Powerchair Hockey a cui abbiamo partecipato all'estero
Qual è stato un episodio simpatico e divertente che hai vissuto da giocatore e uno da allenatore? Un episodio divertente da giocatore, è stato quando ho perso il controllo del joystick durante un allenamento, pensavano che stessi girando apposta con la carrozzina e invece non riuscivo a guidare. Quello da allenatore durante una partita, quando stavo cercando di dare consigli ad un mio giocatore, pensavo che stesse prendendo posizione, invece non aveva capito le mie indicazioni
Quali sono i valori più importanti del powerchair hockey che ci dovranno essere sempre? I valori più importanti di questo sport sono il rispetto e l'equità. Bisogna avere prima di tutto rispetto verso se stessi e poi verso gli avversari, perché se non rispettiamo noi è difficile rispettare gli altri. Equità e non uguaglianza, perché uguaglianza significa dare a tutti le stesse cose, equità significa dare a tutti le stesse possibilità.
